Arizona
City, Luglio, 19, 1880. Ritornati in città, forse più arrabbiati
che delusi, veniamo raggiunti, ancora un volta, dallo sceriffo,
questa volta in veste di messaggero, con un telegramma. La
comunicazione appartiene a Jones, egli come ogni uomo di cultura che
si rispetti, mantiene la parola è ci comunica novità interessanti
sul manufatto di Pablito. Jones ci svela che il contenitore
appartiene ad un antica tribù locale, ma soprattutto ci indirizza da
Al Cisbani, un algerino residente a Pilares, oltre il confine, che
diventa immediatamente la nostra prossima meta. Riusciamo a guadare,
questa volta con poca fatica grazie al traghettatore fuori città e
la sua piccola chiatta. Arriviamo in poco tempo a Willox, e prima di
addentraci in città troviamo chiaramente tracce di cavallo e quello
che potrebbe essere sangue, che sia Pablito? Seguiamo le orme di
cavallo, fino a una piccola locanda fuori città, presidiata da due
messicani nella loro tipica “siesta”. Lo scambio tra noi e i
locali è breve, loro sono poco più che animali in fondo, mentre il
nostro di selvaggio, si dimostra molto di più che all’altezza
notando una brandina insanguinata oltre la porta socchiusa. E’
evidente che i due messicani erano in soci del farabutto così
dirigendoci dalla parte opposta da quella da loro indicata, troviamo
proprio Pablito, ormai morente caduto da cavallo dietro una
collinetta, Carter lo aveva evidentemente conciato male. Il messicano
è delirante, riusciamo a distinguere solo poche parole: Tulac e la
valle dei giganti. Poco soddisfatti di quanto accaduto non ci rimane
che proseguire verso Pilares e forse qualche risposta.
Niente mexican standoff?
RispondiEliminaCi sarà di meglio, in realtà c'è stato un duello in inferiorità numerica nella corrente avventura, 10 contro 3... più avanti lo scoprirai ;-)
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