domenica 30 novembre 2014

Dettagli

Dopo le forzate presentazioni, il soldato si presenta col nome di Lowell e quasi sbeffeggiandoci, ci comunica che ha l’ordine di portarci dal suo capitano in quanto hanno giustappunto una comunicazione per Carter. A differenza del suo tenente, il capitano Johnson è più rispettoso, ma non di meno porta cattive notizie. Il comandante del plotone porta infatti l’ordine di comunicare a Carter la revoca del suo stato di Marshall, nonché una sequela di false a suo carico, addirittura il mio presunto rapimento. Johnson per rispetto all’anzianità di servizio di Carter chiuderà un occhio sul nostro incontro, ma ci invita ad allontanarci senza ulteriori spiegazioni. Prima di risalire sul treno, i due scienziati decidono di metterci al corrente di alcuni dei loro sospetti sui loro inseguitori, che potrebbero essere dietro l’attacco al treno. Essi ci confidano di lavorare per il governo e riconoscono un uso distorto delle tecnologie su nuove forme d’energia a cui loro stanno lavorando. Sorvolando sulla mia curiosità sul loro lavoro, diventa necessario una fermata col treno alla vicina Fallon, per permettere a Mc Clintoc e Watson, di contattare il loro referente al governo e per me e Carter ricercare risposte ai piani alti dell’amministrazione per fare luce sulla sua revoca. Arrivati a Fallon la situazione è tesa, ci dividiamo subito per gestire il contatto e la ricerca di un luogo per la notte. L’ormai ex capitano ed io, scortiamo gli scienziati al telegrafo per poter anche noi cercar di domandare ai nostri contatti cosa accade ai piani alti. Dopo che tutti abbiamo spedito i nostri telegrammi ecco arrivare stranamente in maniera celere le prime risposte. Mc Clintoc e Watson ricevono risposta in pochi minuti, comunicazione che fissa l’appuntamento alla stanza ventitré del Green Star Hotel di Austin; dopo circa un’oretta, arriva la comunicazione dello zio che, in maniera lapidaria altro non presenta se non:” Ho le mani legate”, che starà accadendo al governo? La situazione è strana infatti a Carter non arrivano risposte di sorta. Ci ritroviamo così in albergo con gli altri per fare il punto della situazione ancora una volta, ed è proprio in quel momento che Watson scopre di aver perso i dettagli dell’incontro, tale imprevisto fa scattare in me un flash del momento in cui plausibilmente i dettagli sono stati, sottratti e non smarriti. Infatti ricordiamo che lo scienziato è stato quasi spintonato da un uomo vestito da minatore all’uscita del telegrafo. Facendo mente locale è probabile che sia stato proprio lui l’autore del furto, non faccio in tempo a concludere le mie analisi, che Carter esce furioso alla ricerca del colpevole.

sabato 22 novembre 2014

Quel treno per...

Ruper City, Luglio, 25, 1880. La notte scorre abbastanza tranquilla, riusciamo così a svegliarci di buon’ora per dirigerci alla stazione. Durante il tragitto siamo accompagnati dal corteo funebre delle vittime della sparatoria, la situazione in città è surreale e andarcene via il più velocemente possibile, sembra sicuramente la soluzione migliore. Ecco così che troviamo il treno ad attenderci, un sei vagoni, saldo e robusto, pronto al viaggio. Ci accomodiamo per quello che dovrebbe essere un viaggio tranquillo verso Austin, infatti i miei compagni decidono di rilassarsi ognuno a modo loro: Doc continua a dormire; Toro sostiene che sia più pratico meditare sopra il treno; Brett si avvicina alla compagnia di un signora sul treno; mentre Carter, stranamente, decide di accettare le attenzioni di una, sicuramente altolocata, donna che si era presentata insieme alla compagna di Brett; il tutto mentre io decido di accomodarmi nella zona più tranquilla del vagone per cercare di scrivere e riflettere sugli ultimi avvenimenti ma, sfortunatamente il dannato prete, ha deciso di impedirmi qualsivoglia forma di studio, intonando stupidi canti ad alta voce. Fortunatamente per me il treno ha una brusca frenata e dall’aria Truce di Toro che si ripresenta nel treno capiamo che fuori è successo qualcosa. Lo spettacolo che si presenta a poca distanza è particolare: un altro treno che ci precedeva sul binario, è fermo, uno dei vagoni distrutto con un enorme cratere fumante, tutt’intorno soldati e quindi guai. Mentre cerchiamo di osservare quanto accaduto, si avvicina a noi uno dei tenenti del plotone, che con fare poco garbato quasi sembra voglia cacciarci. 

domenica 16 novembre 2014

Quando un uomo con la pistola o il fucile, incontra un uomo col la gatling, l'uomo con la pistola o il fucile è un uomo morto!!!

Quanto segue mi è stato riferito in quanto non sono stato presente e la situazione comunque non è tra le più chiare. Durante la discussione per le armi, inaspettatamente si presentano al saloon dei soldati che si identificano come uomini del maggiore Cartridge, vice di Turbol, domandando spiegazioni per i soldati uccisi davanti lo stabilimento del carbone. La discussione degenera in pochi minuti, e finisce in altrettanto pochi minuti, quando il reverendo Jackson decide di mostrare che forse non è uno sciocco, mostrando che la sua pesante croce altro non è che una gatling gun ben armata. La conta dello scambio di opinioni fra il nostro gruppo e il piccolo drappello di sudisti è di otto morti e un isolato distrutto dall’arma di Jackson, al suo arrivo lo sceriffo è incredulo.


Alla fine entriamo nel saloon per rilassarci dopo lo spiacevole equivoco, siamo così avvicinati da due distinti gentiluomini, che si presentano come Watson e Mc Clintoc, due scienziati in cerca di una scorta. I due studiosi ci raccontano di essere in viaggio e di temere per le loro vite, ma dopo la prova di forza al di fuori del locale, sono intenzionati a comprare i nostri servigi per protezione fino ad Austin. Il capitano sicuramente toccato più dalla loro storia che dal premio in denaro decide di accettare, senza troppe domande, subito dopo aver incassato l’anticipo per il viaggio. 

mercoledì 12 novembre 2014

Il passato che ritorna

A svelare l’identità dell’uomo ben vestito sono proprio, riconoscendolo come uno dei professori del circolo universitario americano, famoso per i suoi studi a stretto contatto con l’esercito. Mentre mille domande vengono ad aggiungersi alla più scontata sul perché si trovino qui e in questo stato, a distrarci intervengono dei colpi di pistola da dietro una collina. Dato che i sudisti di Turbol potrebbero trovarsi nelle vicinanze e magari attaccarci decidiamo con cautela di investigare su quanto sta accadendo e infatti troviamo sudisti sì, ma intenti di un altro scontro a fuoco. La miglior mossa che viene in mente al gruppo è di fermare lo scontro per capire cosa accade, sono presenti tre soldati sudisti con un cadavere su un cavallo e altri tre, forse operai, ribattere al fuoco dalle vicinanze di un impianto per il trattamento del carbone. Doc finalmente si sveglia e il suo aiuto è fondamentale per risolvere la questione azzittendo per sempre in pochi colpi i sudisti e così ancora una volta posso mostrare le mie abilità interrogando gli italiani. Ci raccontano non senza qualche difficoltà che i soldati sono comparsi accusandoli senza alcun motivo apparente di aver assassinato il loro amico e che non era la prima volta che accadeva una cosa simile. La situazione si fa sempre meno chiara, decidiamo così di avviarci alla vicina Ruper City per riposo e fare il punto della situazione, unico appunto Brett ci fa presente che non ha intenzione di farsi vedere troppo dallo sceriffo, immagino subito abbia problemi con la legge, ma se Carter si fida di lui è sottinteso che dovremmo farlo anche noi. Ruper City è una città di non grosse dimensioni ma molto vitale, è la nostra prima tappa è come al solito il saloon per sistemarci per la notte. Ognuno però entra in città con diverse aspettative, Brett sembra proprio essere un giocatore d’azzardo intenzionato a far fruttare i suoi dollari, Doc come sempre intenzionato a bere, Jackson a trovare una sistemazione per la sua inutile croce mentre gli proprio riposare. Veniamo però spiazzati alla richiesta di consegna delle armi all’ingresso del saloon, secondo le direttive dello sceriffo per evitare problemi all’interno. Brett ed io siamo ansiosi di entrare, in particolare per la continuazione dei miei studi sociali sulle personalità femminili locali, così consegniamo le armi e entriamo.

sabato 8 novembre 2014

Le vie del Signore sono... finite

 Il Signore, nella sua infinita sapienza, sa di per certo quello che fa: ne sono profondamente convinto, perfino quando le Sue decisioni sono imperscrutabili come quando mi ha posto sulla strada dello US Marshall Carter e della sua eticamente discutibile cricca, composta da un peccatore, un miscredente razionalista e un pagano.
Stavo vagando, con il mio compare di viaggio Bret, là dove ci conducevano i cavalli, nella consapevolezza che non c'è contrada che non abbisogni della Parola del Signore, ed io sono pronto a portarla, con le buone o con le cattive. In fondo, anche Carlo Magno massacrò migliaia di Sassoni pagani impenitenti al pio fine di convertire i superstiti, e ancora dobbiamo rendere grazie a tale opera meritoria. I miei strumenti non dovranno essere da meno. In attesa della conversione, del resto, è Bret a occuparsi del punire i peccatori, spennandoli al gioco d'azzardo.
Incontrammo così, per caso, un composito gruppo che pareva ben altro da una squadra di tutori della legge, ma piuttosto una sorta di accolita di vagabondi. Mi sarei limitato a concedere loro qualche biblico ammaestramento, ma Bret si lanciò praticamente fra le braccia del meno indecoroso dei viandanti, dal contegno nobile: erano stati commilitoni durante la guerra di Secessione. Carter, questo il nome del tale, che una stella rivelava come US Marshall, lo invitò ad aggregarsi al suo gruppo, ed io non ebbi nulla da ridire. Mi sembravano tutti molto bisognosi di una giuda spirituale: il gigantesco indiano Toro Scatenato che asserisce di comunicare con gli Spiriti, ma nemmeno sembra sapere della venuta del Messia; il folle Lombroso, che ripone scioccamente più fiducia nella scienza moderna che nei testi dettati da Dio in persona alcuni millenni fa; il peccatore Doc, pistolero alcolizzato, che viaggia su una sorta di branda che lascia trascinare dal suo cavallo, a simboleggiare come siano gli istinti bestiali, e non la Fede né il raziocinio, a guidarlo.
Forse Egli vuole mettermi alla prova, o forse vuole concedermi la possibilità di convertire una siffatta turba, oppure ancora Egli vuole, pure attraverso il male, operare il bene, a Sua maggior gloria.

Io, non posso che rimettermi alla Sua volontà.  

domenica 2 novembre 2014

Due non troppo nuove conoscenze

In direzione della Virginia, Luglio, 24, 1880. Anche un semplice viaggio da una città all’altra può per noi diventare fonte di inattesi quanto imprevisti eventi. Mentre cavalcavo vicino i miei fidi compagni, l’attenzione di noi tutti viene indirizzata verso due pittoreschi individui che “discutevano” a fianco del sentiero con una carrettino che non voleva saperne di muoversi. Diventa scontato avvicinarsi e scoprire se si tratta di semplici viaggiatori o altro, mentre stavo riflettendo su questa possibilità, noto che Carter e gli altri stanno già parlando con loro. A presentarli è proprio il capitano, infatti uno dei due è un suo vecchio commilitone, Brett Maverick mentre l’altro, ehm… il reverendo Jackson. Il soldato si presenta subito come una persona seria e ordinata, come si confà al suo status, mentre il reverendo da subito l’aria di essere con la testa fra le nuvole come è normale per chi è solito parlare con amici immaginari. I due ci raccontano che il carretto, che trasporta la grossa croce del reverendo si è incagliato in una roccia e li ha rallentati, mentre cercavano di raggiungere la vicina Ruper City. Forse non tutti completamente d’accordo decidiamo di viaggiare insieme verso la vicina città, per riposo e provviste, il tutto mentre Doc dorme dall’ultima città visitata. Durante il tragitto notiamo che Toro ha uno dei suoi classici colpi di calore, dopo i quali afferma di vedere cose, in cui devo ammettere, spesso indovina i fatti, ma questa volta è più turbato del solito. Quasi comparendo dal nulla da dietro un altura un gigantesco albero oscura la nostra vista con una visione terribile. Ai rami dell’arbusto infatti sono stati infatti impiccati cinque uomini, la visione è resa ancor più raccapricciante quando ci rendiamo conto che probabilmente erano già morti a causa di molteplici segni di tortura e soprattutto è già evidente l’amputazione delle mani. Sia io che il reverendo siamo molto interessati a tirare giù quei pover uomini, io per un analisi più approfondita e lui per qualche sciocca funzione; Brett e Carter alla vista, o meglio alla non vista, della mani cominciano a discutere animatamente fra loro; Toro sembra altrettanto colpito sostenendo che si tratta proprio della sua visione e parlando di un fantomatico serpente di metallo; infine Doc continua a dormire beatamente. Osserviamo i cadaveri si tratta di quattro soldati più un individuo vestito in maniera elegante, Carter e Brett svelano parte dell’arcano, sostenendo che probabilmente tutto ciò è opera del colonnello Turbol, personaggio con cui loro hanno avuto a che fare durante la guerra, si tratta infatti di un sadico comandante sudista che aveva proprio la curiosa abitudine di punire in questa maniera i sottoposti, e ciò spiega i soldati.