martedì 14 ottobre 2014

La valle dei giganti

Nei pressi della valle dei giganti, Luglio, 20, 1880. Il risveglio ci coglie di sorpresa con un’inaspettata cavalleria al galoppo, la prudenza è sempre stata nostra amica, quindi cerchiamo di stabilire un veloce piano di azione, ma nel mentre notiamo che i cavalli sono vicini proprio alla nostra abitazione e che è troppo tardi per gestire un piano in quanto una voce ci intima di uscire. Varchiamo la soglia con le mani ben in alto e tiriamo un sospiro di sollievo quando notiamo che si tratta dell’esercito messicano, quindi, teoricamente, nostri alleati. Il maggiore Variera si presenta con tono formale ma amichevole, e scopriamo che la fama di Carter arriva anche qui, possiamo quindi sederci intorno al fuoco per analizzare la questione. Il maggiore e il tenente Mendez ci ragguagliano sullo stato della situazione, e soprattutto sul fatto che non è Tulac, l’unico problema, ma anche il messicano Mescal, e principalmente la loro alleanza in questo particolare affare dei fucili. Tulac e suoi alleati sono barricati al Castillo, una piccola fortezza a ovest di qui, non troppo distante dalla valle dei giganti. Carter e Variera convengono che il miglior piano d’azione altri non può essere che: il nostro piccolo gruppo, perpetrerà un indagine nella valle per poi riunirsi all’esercito, dopo due giorni, al Castillo per l’assalto finale ai banditi. Ci salutiamo con tutti i convenevoli del caso e partiamo diretti verso la zona paludosa che precede la valle, ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, ci imbattiamo infatti, non visti, in tre banditi che stavano perquisendo quello che sembrava essere un cadavere. Per i miei fidi compagni è facile avere la meglio dei tre banditi, due a terra è uno è subito preda del nostro gigantesco indiano. Emiliano, il bandito, parla, senza troppo sforzo, il cadavere è di un servo fuggito dalla fortezza, era stato inseguito per evitare trapelassero informazioni, ma a quanto pare il problema non è stato arginato. Il nostro prigioniero aggiunge che nella valle hanno stabilito un piccolo insediamento per il rifornimento di veleno. Consci che la nostra missione diventa sempre più chiara ci avventuriamo nel terreno paludoso, non prima di avere augurato un buon viaggio a Emiliano nel deserto. La palude è davvero inospitale e ogni movimento è faticoso, siamo talmente concentrati ad avanzare che non ci accorgiamo dell’ennesimo attacco degli indios, la lotta è serrata, ma anche qui riusciamo a sopravvivere, pagando il però il prezzo della morte di due dei nostri cavalli. Giungiamo quindi nella valle, essa è recintata da immense costruzioni di pietra, che nonostante tutto non posso non apprezzare, la valle è pregna di fumi e gas emanati dal terreno che rendono pessima la visuale e la nascondo ad occhi indiscreti e per chi non sa dove passare. E’ infatti difficile anche accorgersi che è sopraggiunta la notte, ma decidiamo lo stesso, con serrati turni di guardia, di riposare.

Nessun commento:

Posta un commento