Ruper
City, Luglio, 25, 1880. La notte scorre abbastanza tranquilla,
riusciamo così a svegliarci di buon’ora per dirigerci alla
stazione. Durante il tragitto siamo accompagnati dal corteo funebre
delle vittime della sparatoria, la situazione in città è surreale e
andarcene via il più velocemente possibile, sembra sicuramente la
soluzione migliore. Ecco così che troviamo il treno ad attenderci,
un sei vagoni, saldo e robusto, pronto al viaggio. Ci accomodiamo per
quello che dovrebbe essere un viaggio tranquillo verso Austin,
infatti i miei compagni decidono di rilassarsi ognuno a modo loro:
Doc continua a dormire; Toro sostiene che sia più pratico meditare
sopra il treno; Brett si avvicina alla compagnia di un signora sul
treno; mentre Carter, stranamente, decide di accettare le attenzioni
di una, sicuramente altolocata, donna che si era presentata insieme
alla compagna di Brett; il tutto mentre io decido di accomodarmi
nella zona più tranquilla del vagone per cercare di scrivere e
riflettere sugli ultimi avvenimenti ma, sfortunatamente il dannato
prete, ha deciso di impedirmi qualsivoglia forma di studio, intonando
stupidi canti ad alta voce. Fortunatamente per me il treno ha una
brusca frenata e dall’aria Truce di Toro che si ripresenta nel
treno capiamo che fuori è successo qualcosa. Lo spettacolo che si
presenta a poca distanza è particolare: un altro treno che ci
precedeva sul binario, è fermo, uno dei vagoni distrutto con un
enorme cratere fumante, tutt’intorno soldati e quindi guai. Mentre
cerchiamo di osservare quanto accaduto, si avvicina a noi uno dei
tenenti del plotone, che con fare poco garbato quasi sembra voglia
cacciarci.
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