
domenica 31 agosto 2014
Dentro la miniera...

sabato 23 agosto 2014
I magnifici 4
Durante
il turno di Doc non riesco a dormire, lo vedo quasi più sveglio del
solito, sarà la mancanza d’alcool? Tocca finalmente a me, penso
che sono di nuovo pronto a dimostrare il mio valore in questa
spedizione, quando comincio distintamente a sentire rumori da dietro
un arbusto. Non voglio rischiare di non essere all’altezza della
situazione così, con tutta il rispetto e la delicatezza, sveglio il
capitano e lo metto al corrente di quanto accade; sfortunatamente si
tratta solo di un paio di coyote attirati dal tenue fuoco, il
capitano allontana loro e poi me, prima di ricoricarsi nel giaciglio.
La nottata prosegue senza troppe distrazione, a parte l’assurdo e
fastidio canto di Toro, di cui solo Doc pare trovare giovamento.
Nei
pressi della miniera d’argento, Giugno, 13, 1880.
Rinfrancati dalla notte di riposo saliamo in groppa ai cavalli decisi a scoprire cosa accade davvero nei dintorni, e grazie al mio colpo d’occhio viene a galla l’ennesima stranezza. Una serie di tracce, come di ruote, quei segni che potrebbero essere proprio delle diligenza scomparsa, decidiamo di approfondire lasciando la strada principale verso la miniera e ci ritroviamo all’interno di canyon con quello che rimane del carro che aveva lasciato i segni. E’ strano molto strano quello che troviamo, nessuna traccia visibile, nessuna stranezza un carro semidistrutto e abbandonato da tempo, solo casse vuote con la bandiera americana e nulla di più, forse l’ennesimo punto cieco? Dopo la scoperta del carro distrutto diventa obbligatorio indagare sulla pila di corpi che avevamo scoperto il giorno prima.
E’ una strage una dozzina piena di morti, messicani, e ancora le casse d’armi, il collegamento diventa semplice, contrabbando e un imboscata, questi avanzi di galera, si sono fatti la pelle a vicenda, continuo a essere stupido della stupidità di questi banditi. Cerchiamo indizi, nonostante i canti lamentosi del nostro indiano, è quello che notiamo sono bossoli infilati nella bocca delle vittime, una firma? Sono completamente d’accordo col capitano Carter quando fa notare quanto sia trafficato questo piccolo angolo di nulla.
Così completamente all’oscuro di quando accade ritorniamo sulla strada principale pronti per dirigerci alla miniera, ma nuovamente qualcosa di strano canalizza la nostra attenzione, troviamo quella che sembra essere senza ombra di dubbio la diligenza partita dalla miniera, insieme al cadavere del povero Jacky. Ecco però che questa volta notiamo indizi significanti e cioè: la diligenza trasportava qualcosa di diverso da un carico d’argento o d’oro i segni del peso lo indicano chiaramente, non ci sono segni di scorta alla carrozza e infine Jacky presenta lo stesso rituale dei messicani, ma con un una particolarità, il bossolo nella bocca è lo stesso dell’arma che l’ha colpito alle spalle. In che terribile angolo di mondo siamo finiti? E’ questa la domanda che continuammo a ripeterci mentre ci affrettavamo, nell’unico posto dove speravamo di trovare risposte.
Rinfrancati dalla notte di riposo saliamo in groppa ai cavalli decisi a scoprire cosa accade davvero nei dintorni, e grazie al mio colpo d’occhio viene a galla l’ennesima stranezza. Una serie di tracce, come di ruote, quei segni che potrebbero essere proprio delle diligenza scomparsa, decidiamo di approfondire lasciando la strada principale verso la miniera e ci ritroviamo all’interno di canyon con quello che rimane del carro che aveva lasciato i segni. E’ strano molto strano quello che troviamo, nessuna traccia visibile, nessuna stranezza un carro semidistrutto e abbandonato da tempo, solo casse vuote con la bandiera americana e nulla di più, forse l’ennesimo punto cieco? Dopo la scoperta del carro distrutto diventa obbligatorio indagare sulla pila di corpi che avevamo scoperto il giorno prima.
E’ una strage una dozzina piena di morti, messicani, e ancora le casse d’armi, il collegamento diventa semplice, contrabbando e un imboscata, questi avanzi di galera, si sono fatti la pelle a vicenda, continuo a essere stupido della stupidità di questi banditi. Cerchiamo indizi, nonostante i canti lamentosi del nostro indiano, è quello che notiamo sono bossoli infilati nella bocca delle vittime, una firma? Sono completamente d’accordo col capitano Carter quando fa notare quanto sia trafficato questo piccolo angolo di nulla.
Così completamente all’oscuro di quando accade ritorniamo sulla strada principale pronti per dirigerci alla miniera, ma nuovamente qualcosa di strano canalizza la nostra attenzione, troviamo quella che sembra essere senza ombra di dubbio la diligenza partita dalla miniera, insieme al cadavere del povero Jacky. Ecco però che questa volta notiamo indizi significanti e cioè: la diligenza trasportava qualcosa di diverso da un carico d’argento o d’oro i segni del peso lo indicano chiaramente, non ci sono segni di scorta alla carrozza e infine Jacky presenta lo stesso rituale dei messicani, ma con un una particolarità, il bossolo nella bocca è lo stesso dell’arma che l’ha colpito alle spalle. In che terribile angolo di mondo siamo finiti? E’ questa la domanda che continuammo a ripeterci mentre ci affrettavamo, nell’unico posto dove speravamo di trovare risposte.
venerdì 15 agosto 2014
Per un pugno di dollari...

Cavalchiamo ancora per qualche ora, finché poco prima che cominci a fare buio, l’indiano grazie alla sua vista sviluppata, riesce a notare quello che sembra il teatro di un massacro poco distante, annunciato dal gran numero di avvoltoi che gli volano intorno; il Capitano suggerisce con il suo solito tatto, che sarà meglio per noi occuparcene l’indomani dopo aver riposato. Mentre mille domande affollano il gruppo, sorseggiamo altro caffè, prima di decidere i turni di guardia, Doc, impaziente e irruente come al solito, sarà il primo, io avrò l’onore di essere secondo, poi il capitano Carter e infine il selvaggio. Vengo istruito su come condurre un turno di guardia, di come non dovrei né scrivere, né leggere, per mantenere alta la concentrazione, ma ciò che è accaduto fin ora, è troppo interessante per non essere documentato.
mercoledì 6 agosto 2014
Quello che gli indiani pensano...

venerdì 1 agosto 2014
Il capitano John Carter
Dannati
yankees, non sono contenti di aver distrutto il mio stato, di avermi
rubato tutto: i miei soldi, le mie terre, il mio modo di vivere. Non
gli è bastato avermi fatto scappare fin quaggiù, in questo deserto
maledetto da dio e disprezzato dagli uomini. Speravo che andando
abbastanza a sud avrei potuto rifarmi una vita tranquilla e senza
troppe ingerenze da parte di quei maneggioni, ma no! Anche se ho
accettato di lavorare per loro e di far rispettare la loro legge non
è abbastanza! Mi hanno anche mandato un cucciolotto a cui
badare, uno smidollato studioso che pensa di poter dare ordini ai
miei compagni e addirittura a me, quando anche una falange del
mignolo di uno qualsiasi di noi vale dieci cuccioli arroganti come
lui. Cercherò di tenere a freno Doc, che è forse il più nervoso di
noi, almeno finché il cucciolo non capirà che questo non è il suo
mondo, qua non ci sono zii o altri parenti che ti spianano la strada,
qua si paga in prima persona: o sai comportarti come si deve o devi
aspettarti che qualcuno ti presenti prima o poi il conto. Che poi mi
abbiano mandato tra i piedi questo impiastro nel bel mezzo di un caso
rischioso mi fa ancora più imbestialire: siamo solo in tre e sembra
che dovremo vedercela con almeno una ventina di brutti ceffi. Se non
si da una regolata penso che lo useremo come esca per i nostri
avversari ...
Fortunatamente
ho con me il buon Doc e il fido Toro Scatenato: compagni che sanno
come si sta al mondo e come ci si comporta in questo angolo di nulla.
In questi anni ci siamo reciprocamente aiutati e soccorsi, con
rispetto e anche, perché no, con affetto: ciascuno con il proprio
compito e le proprie caratteristiche.
Chissà, forse anche il cucciolo potrà avere una qualche utilità: alcune delle sue osservazioni sono state interessanti. Se imparerà a non starci tra i piedi quando le cose si fanno calde, a evitare di dare ordini assurdi a sproposito e, soprattutto, a pensare di essere un padreterno perché la sua famiglia è importante forse riuscirà a tornare a casa intero e senza troppi danni. Pare che non abbia proprio capito come funzionano le cose qua al confine: le pallottole sono la cosa più a buon mercato e lo spazio per far sparire qualcuno non manca certo; vedremo come evolverà la cosa, certo che se non comincia ad avere un po' di rispetto per gli altri dovremo investire un po' di denaro in pallottole e un po' di tempo per nascondere il suo cadavere ...
Chissà, forse anche il cucciolo potrà avere una qualche utilità: alcune delle sue osservazioni sono state interessanti. Se imparerà a non starci tra i piedi quando le cose si fanno calde, a evitare di dare ordini assurdi a sproposito e, soprattutto, a pensare di essere un padreterno perché la sua famiglia è importante forse riuscirà a tornare a casa intero e senza troppi danni. Pare che non abbia proprio capito come funzionano le cose qua al confine: le pallottole sono la cosa più a buon mercato e lo spazio per far sparire qualcuno non manca certo; vedremo come evolverà la cosa, certo che se non comincia ad avere un po' di rispetto per gli altri dovremo investire un po' di denaro in pallottole e un po' di tempo per nascondere il suo cadavere ...
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