La situazione
sembrò ancora precipitare quando un terzo diavolo nero spuntò da
dietro l'accampamento e puntò la sua affilatissima spada alla gola
di Doc, prendendolo come ostaggio: ma qui, Bret dimostrò per la
prima volta la faccia tosta e il sangue freddo maturato in tante
serate a poker, proponendo un accordo fulmineo al comandante Lomax,
barattando un aiuto contro gli infedeli orientali in cambio del
permesso di uscire dal rifugio nel quale si trovavano, tenuti sotto
tiro, ricordando per inciso che i giapponesi cercavano i loro stessi
progetti. I proiettili congiunti di tutti i cristiani costrinsero il
cane scintoista a ripiegare, ma, come avremmo scoperto in seguito,
restò in zona.
In effetti, avemmo
appena il tempo di congedare (con qualche scambio verbale poco adatto
ad un resoconto vergato da un servo del Signore) Lomax ed i suoi
uomini rimasti in vita, e di appropriarci per i poveri (noi) degli
averi dei morti, quando una freccia colpì Toro Scatenato, che
immediatamente cominciò a vacillare. Era il demone scintoista
sopravvissuto, che annunciava di avere avvelenato il nostro amico ma
di essere disposto a scambiare l'antidoto con lo scienziato John,
l'indomani stesso.
Non so perché il
Signore scelse proprio Bret per la sua intuizione, forse per il fiuto
per cui i giocatori d'azzardo riconoscono coloro che sono lordi del
loro stesso peccato, fatto sta che egli intuì che il nostro
misterioso avversario non avrebbe saputo resistere ad una scommessa:
gli propose di giocare, invece, a carte la vita del nostro amico e
quello, incredibilmente, accettò. Tuttavia, o il Signore volle
aiutare i suoi servi, o Bret ha risorse non del tutto leali, fatto
sta che vinse tutta la posta e, lealmente, il giapponese diede
l'antidoto a Toro Scatenato senza pretendere nulla in cambio, salvo
le spoglie dei suoi amici defunti. Io avrei voluto redimerlo alle
spalle con la mia gatling, poiché la parola data agli infedeli non
ha valore, ma i miei amici mi trattennero.
Ripartimmo così
alla volta della sede dei Master 12, che si rivelò essere sita nella
splendida villa al centro di una sorta di piantagione malamente
coltivata da finti agricoltori – in realtà palesemente soldati che
avevano appena dismesso l'uniforme. Qui ci attendevano i nostri
committenti e i nostri compagni, che avevano viaggiato in modo molto
più comodo e sicuro, ma assai meno glorioso.
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