domenica 21 dicembre 2014

"Adoro i piani ben riusciti"

Arriviamo preparati davanti il Green Star a poche ore dall’incontro, ma una volta dentro il piano capitola immediatamente, non sono intenzionati a far salire me e Mc Clintoc scortati, così Carter decide di tornare indietro e prendere tempo, purtroppo al nostro ritorno in hotel, quel che troviamo ha dell’incredibile, Toro gravemente ferito, Watson morto e aggiungiamo che Doc non ha ancora fatto ritorno. L’indiano ci racconta di essere stato attaccato da strani uomini in tute rosse, agili e competenti nell’uso delle armi da taglio, la morte dello scienziato lo ha colpito nell’onore. Riusciamo a riprenderci velocemente da tutti gli eventi per via della rabbia dovuta all’attacco, cosa c’entrano gli asiatici? C’è Turbol dietro i sabotaggi? E’ venuto il momento di tornare all’hotel e giocare a carte scoperte. Il Green Star è nel panico, gli ospiti fuggono e gli inservienti sono nell’agitazione, è accaduto qualcosa nella stanza ventitré, ma prima di poterci informare sull’accaduto, si ripresentano gli uomini della Pinkerton, sostenendo di essere in supporto al governo e di essere qui per prendere in consegna gli scienziati, purtroppo ora che Carter è ricercato non possiamo calcare la mano, anzi scopriamo che anche Brett nasconde qualcosa dato che anch’egli e tra i ricercati dal governo, così io e Mc Clintoc siamo portati dallo sceriffo. Calo così la maschera e sostenendo di essere in missione per conto di mio zio, riesco uscirne per riunirmi ai miei compagni, purtroppo lasciando lo scienziato nelle loro mani. Siamo ancora una volta in hotel, dove ritrovo Doc gravemente ferito, probamente dagli asiatici; ci troviamo così totalmente sconfitti dagli eventi. Il silenzio viene interrotto dall’improvvisa comparsa di Mc Clintoc alla nostra porta, egli sostiene di essere miracolosamente scampato ad un attacco degli uomini in rosso dove hanno perso la vita gli uomini della Pinkerton, e di essere ancora una vittima in quanto possiede alcuni schemi di armi che non sono ancora in mani sbagliate. Ma come evitare che la situazione peggiori? L’idea questa volta arriva da un piccolo indizio, un giornale in stanza col titolo “ambasciatore giapponese in visita San Francisco”, il destino? Una coincidenza? Lo spunto per la vendetta? Forse, fatto sta che arrivati a San Francisco potremmo mettere sotto la vista di tutti gli schemi dei lavori di Watson e Mc Clintoc, per proteggerli, magari pubblicare la notizia. Un nome spunta sulle labbra di alcuni di noi: “Mark Twain”.

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