Arriviamo
preparati davanti il Green Star a poche ore dall’incontro, ma una
volta dentro il piano capitola immediatamente, non sono intenzionati
a far salire me e Mc Clintoc scortati, così Carter decide di tornare
indietro e prendere tempo, purtroppo al nostro ritorno in hotel, quel
che troviamo ha dell’incredibile, Toro gravemente ferito, Watson
morto e aggiungiamo che Doc non ha ancora fatto ritorno. L’indiano
ci racconta di essere stato attaccato da strani uomini in tute rosse,
agili e competenti nell’uso delle armi da taglio, la morte dello
scienziato lo ha colpito nell’onore. Riusciamo a riprenderci
velocemente da tutti gli eventi per via della rabbia dovuta
all’attacco, cosa c’entrano gli asiatici? C’è Turbol dietro i
sabotaggi? E’ venuto il momento di tornare all’hotel e giocare a
carte scoperte. Il Green Star è nel panico, gli ospiti fuggono e gli
inservienti sono nell’agitazione, è accaduto qualcosa nella stanza
ventitré, ma prima di poterci informare sull’accaduto, si
ripresentano gli uomini della Pinkerton, sostenendo di essere in
supporto al governo e di essere qui per prendere in consegna gli
scienziati, purtroppo ora che Carter è ricercato non possiamo
calcare la mano, anzi scopriamo che anche Brett nasconde qualcosa
dato che anch’egli e tra i ricercati dal governo, così io e Mc
Clintoc siamo portati dallo sceriffo. Calo così la maschera e
sostenendo di essere in missione per conto di mio zio, riesco uscirne
per riunirmi ai miei compagni, purtroppo lasciando lo scienziato
nelle loro mani. Siamo ancora una volta in hotel, dove ritrovo Doc
gravemente ferito, probamente dagli asiatici; ci troviamo così
totalmente sconfitti dagli eventi. Il silenzio viene interrotto
dall’improvvisa comparsa di Mc Clintoc alla nostra porta, egli
sostiene di essere miracolosamente scampato ad un attacco degli
uomini in rosso dove hanno perso la vita gli uomini della Pinkerton,
e di essere ancora una vittima in quanto possiede alcuni schemi di
armi che non sono ancora in mani sbagliate. Ma come evitare che la
situazione peggiori? L’idea questa volta arriva da un piccolo
indizio, un giornale in stanza col titolo “ambasciatore giapponese
in visita San Francisco”, il destino? Una coincidenza? Lo spunto
per la vendetta? Forse, fatto sta che arrivati a San Francisco
potremmo mettere sotto la vista di tutti gli schemi dei lavori di
Watson e Mc Clintoc, per proteggerli, magari pubblicare la notizia.
Un nome spunta sulle labbra di alcuni di noi: “Mark Twain”.
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