Arriviamo
finalmente, nelle prime ore della mattinata in quella che i locali
definiscono città, è un luogo scarno e spoglio, come in tutti i
“villaggi” di questa zona l’unico edificio davvero imponente è
la casa del piacere, tutti i uguali i popolani. Mentre ci avviciniamo
alla piazza, un nero ci sia avvicina con fare convinto, si dichiara
il maniscalco della città, i miei compagni decidono di fidarsi di
lui a istinto, io decido di farlo perché i lineamenti del suo volto
mi raccontano una storia, è un uomo semplice, ma anche affidabile;
decidiamo così di lasciargli i nostri cavalli da accudire. Sotto mio
cauto consiglio ci dirigiamo al saloon per trovare un luogo ove poter
riassettare il materiale, anche se le priorità dei miei compagni
sono ben diverse; per esempio Doc, sostiene di aver una gran sete,
come se non bevesse da ore, eppure mentre lo dice sta appena finendo
di sorseggiare il suo ultimo goccio dalla fiaschetta. Il capitano
Carter sostiene che fra le nostre priorità dovrebbe esserci il
bagno, lodevole, ma i libri dovrebbero essere più importanti;
curioso il fatto che veniamo avvicinati da uno sporco, letteralmente,
ubriacone, mentre contrattavamo col barista per le camere.
L’uomo, che scopriamo chiamarsi Joseph, attira i pensieri del capitano Carter, citando la miniera nei suoi vaneggiamenti. La miniera d’argento ha fatto per qualche tempo la fortuna della città, attirando lavoratori e donando un minimo di benessere ai suoi abitanti, ma da tempo il filone si è esaurito, lasciando la Rose Town nella povertà e nello sconforto, ma ora tra le parole senza senso e i racconti sconclusionati di Joseph, si parla di miniera e nuovo filone d’oro. Joseph è un povero disgraziato, non ho nemmeno perso tempo a esaminarlo, ma Carter sostiene che pagargli da bere per farlo vaneggiare possa essere utile, almeno finché non diventa del tutto incomprensibile.
L’uomo, che scopriamo chiamarsi Joseph, attira i pensieri del capitano Carter, citando la miniera nei suoi vaneggiamenti. La miniera d’argento ha fatto per qualche tempo la fortuna della città, attirando lavoratori e donando un minimo di benessere ai suoi abitanti, ma da tempo il filone si è esaurito, lasciando la Rose Town nella povertà e nello sconforto, ma ora tra le parole senza senso e i racconti sconclusionati di Joseph, si parla di miniera e nuovo filone d’oro. Joseph è un povero disgraziato, non ho nemmeno perso tempo a esaminarlo, ma Carter sostiene che pagargli da bere per farlo vaneggiare possa essere utile, almeno finché non diventa del tutto incomprensibile.

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