domenica 1 febbraio 2015

Strani incontri...

San Francisco, Settembre, 2, 1880. Ritroviamo il nostro contatto, lo stupore di Twain, per la celerità della risoluzione della missione è poca cosa in confronto all’urgenza di arrivare alla fonte, così rimaniamo di comune accordo che la nostra partenza verso Turbol, avverrà l’indomani mattina. Il viaggio inizia inaspettatamente tranquillo fino alla nostra prima fermata al saloon della cittadina di Derron. Entriamo nel locale per sistemarci e abbeverarci, quando vendiamo interrotti dall’arrivo di un gruppetto dall’aria poco raccomandabile, cosa di cui si sarebbero potuti accorgere perfino i profani della scienza fisiognomica. Uno degli individui si avvicina di colpo al reverendo che viene preso di soprassalto, sospetto stesse parlando con qualcuno dei suoi amici immaginari. Subito facciamo spazio tra il nostro compagno e l’assalitore, che comincia subito a imprecare contro Jackson. Egli si presenta col nome di Damon Alban e parla di un debito di cinquecento dollari che il Reverendo avrebbe contratto con lui. Il cosiddetto buon pastore è così obbligato a svelare i suoi trascorsi criminali con la banda di Alban, e soprattutto che li ha addirittura imbrogliati, fuggendo col malloppo di mesi della banda, il tutto prima della cosiddetta redenzione. Forse Jackson, non un pazzo che parla al vuoto, forse è solo furbo nel coprire la sua fuga? Sicuramente è il tipo di canaglia utile al gruppo, ma altrettanto certamente sarà interessante scoprire cosa si cela dietro i suoi enigmatici gesti. Con mia somma sorpresa, non scatta nessuna sparatoria, anzi Carter mostra tutto il suo innato carisma, e convince e consiglia Alban e suoi, che sarebbe utile e produttivo per entrambi un’alleanza, loro vogliono soldi, noi supporto per la missione al forte; dopo un interminabile minuti di silenzio, i banditi accettano. L’appuntamento con Alban è i suoi e fra tre giorni alla fortezza di Turbol, alla resa dei conti. Il nostro viaggio ricomincia, tre giorni di cavallo sono lunghi, ma il morale è alto, il nuovo supporto da speranza a questa missione quasi suicida. Come al solito non abbiamo tempo di annoiarci così sul sentiero ci si para davanti un carrozzone dal chiaro stile europeo, che sembra essere con una ruota rotta, e anche se la prudenza non è mai troppa decidiamo di avvicinarci e investigare. Davanti al carro ci si para con suoi enormi baffi, Boris, che sorridendo come solo gli europei sanno fare, racconta di essere fermo, insieme a sua sorella Cleo e le due figlie di lei. L’omone non fa in tempo a raccontare la sua storia che dal carro esce il resto della sua famiglia, le timide ragazze e la donna che si presenta come Madame Cleo. Dopo esserci sincerati delle loro buone intenzioni li aiutiamo a riparare il carro e accettiamo di dividere con loro il pasto della serata oltre a godere della loro compagnia, soprattutto trovo interessante discorre con la giovane Galina. La serata sarebbe trascorsa piacevolmente se escludendo la sciocca trovata della donna di “fare le carte” ai miei compagni poco avvezzi a logica e scienza, insomma un sacco di sciocchezze, che parlavano addirittura di faraoni! La mattina salutiamo con piacere e ci incamminiamo eroicamente, verso la missione

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